Canto XIII/1

L’unico altro bosco presente nell’Inferno (oltre alla selva oscura del primo Canto) è questa eco distorta e squallida che riguarda i suicidi, ora trasformati in alberi contorti dei quali si cibano le Arpie. Forse Dante ha inteso suggerire con questo l’idea di una via di fuga concreta – per quanto illusoria – per la crisi dell’esistenza rappresentata dalla selva oscura, facendo sì che il suicida renda eterno nella sua propria persona il viluppo di quel caos silvano. Ho cercato di mostrare questo aspetto rifacendo a rovescio l’originaria selva di parole, resa ancora più oscura dal colore smorto e deperito delle piante. Sopra volano le Arpie che ho reso come i corvi che van Gogh aveva dipinto poco prima di suicidarsi; uccelli che vide probabilmente come neri messaggeri di morte.

Canto XII/4
Canto XIV/2
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