Per quanto le illustrazioni di Doré siano state ampiamente saccheggiate, questo è l’unico impiego vero e concreto delle così belle quanto stravaganti visioni di Blake (visto che non supera mai il livello di una resa letterale del testo e pare invariabilmente inavvertito delle sue implicazioni allegoriche, Doré sembrava troppo facile qui). Unica da me scelta tra le figurazioni blakeane dell’opera dantesca, con quei personaggi dinamici ma assai impacciati, mi è parso che avesse un aspetto abbastanza ingenuo, da fumetto. Il disegno particolare che caratterizza i fumetti americani (Superman, Batman etc., da me entusiasticamente divorati quando arrivavano nei pacchi inviati dalle mie zie d’America verso la fine della guerra) resta fuori della mia portata, e dunque è sembrato opportuno affidare il lavoro di trascrizione figurativa iniziale a un illustratore professionista (Paul Tupling) che mi consegnò una base molto ben fatta per questa mia versione. Nella metà in alto le stesse figure sono orientate in modo diverso per poter indicare il loro precipitarsi verso uno scontro, grazie anche alla tecnica dell’inserto che ho impiegato nell’occasione. SHOOOOM! naturalmente è l’inversione del più convenzionale WOOOOSH! Di nuovo, dopo la seconda illustrazione di questo Canto, ho cercato di riprodurre il giallo della carta acida in pasta di cellulosa.