Gli spazi aperti della memoria

L’esperimento di lettura nuova dell’Inferno dantesco realizzato dall’artista Tom Phillips si presenta nelle forme di un dialogo con tutte le arti e i loro materiali, post-moderno nella misura in cui rielabora fonti culturali disparate, esperienze personali, occasioni di lettura e di incontro attraverso il tempo e lo spazio.

Canto XXXI/3

Ne viene un commento per figure, accompagnato da quello verbale, che moltiplica valori visivi e significati testuali in un incessante incrocio di analogie e di accostamenti fra tante situazioni dell’immaginario visivo antico e moderno e contemporaneo. È stato definito un esperimento di ‘writing through’, dove i frammenti del testo dantesco e le infinite dotazioni della cultura visiva dell’artista si uniscono in una sorta di itinerario attraverso le articolatissime dimensioni di un’autentica ri-scrittura pop del capolavoro antico. Così dal piacere di una lettura personale, legata a ricordi, incontri ed esperienze le più varie, Phillips ha inteso comporre nella sequenza di ogni singolo canto dantesco una ‘casa della memoria’, dove hanno trovato posto infiniti momenti di riflessione, presi fra vita reale, vita immaginata, vita scritta e vita dipinta. Nel leggere l’Inferno come un’allegoria visuale ricca di sensi interni e non svelati, l’artista ha dunque creato quello che è stato definito un palinsesto nel quale risultano raccolti i suoi spazi di memoria del mondo; a comporre un grande giacimento di mille e mille altri libri che la sua lettura ‘umanistica’ estrae dall’opera di partenza per offrirli anche a una partecipazione attiva del lettore/osservatore, stimolato a un vero e proprio viaggio, analogo a quello di chi ha saputo strutturare questo affascinante percorso di ricerca di sempre nuovi significati all’interno dell’opera dantesca.

Marcello Cimmino

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